Senza il confronto la teoria non vale molto, soprattutto se avete bisogno di capire l'importanza di essere pazienti
"Chi trova un amico trova un tesoro" è un detto che sicuramente tutti conosciamo: nel mio caso l'amico già c'era, il "tesoro" (modesto) è arrivato dopo.
Mi spiego meglio.
Nel task environment pokeristico troviamo libri, note e suggerimenti che parlano di bankroll, strategia, posizione, psicologia; in questo post voglio uscire fuori dagli schemi e scrivere qualcosa di veramente soggettivo, qualcosa a molti potrebbe sembrare banale ma che per me, oltre ad essere davvero importante, è un gesto di riconoscenza dovuta.
Voglio raccontarvi di quanto sia stato importante per me percorrere una strada sconosciuta in compagnia di una persona speciale che mi ha supportato (e sopportato), suggerito e offerto un confronto sincero, costruttivo e propositivo.
Agli albori della mia passione per questo gioco, il suo rapporto con il poker era pressoché inesistente ed anche se mi sforzo per pensare a quando sia scattata la molla che gli ha fatto fare il primo deposito, non riesco davvero a ricordare niente.
Eppure credo valga la pena chiederglielo visto che la sua decisione fu una svolta epocale per me! Quasi tutti i giorni infatti, con la scusa di un caffé dopo pranzo, mi fiondavo a casa sua (abita a due passi) per discutere di quella che ormai era già la "nostra" avventura.
Carichi di appunti presi in prestito dalla rete e motivati da un cd della seconda stagione dell'European Poker Tour (grazie Fabrizio) leggevamo e ripetevamo tutto come due scolaretti mentre in tv scorrevano le immagini del cd. Le partite online non mancavano ma i risultati...beh, su quelli è meglio sorvolare.
"Evolviamoci" - mi disse.
"Ci servono pecunia e libri" - gli risposi.
Il primo fu un flop - nonostante la voglia di divorarlo ci convinse a portarlo con noi fino a Madrid in una trasferta epr seguire la Roma al Santiago Bernabeu - . Non per l'autore intendiamoci (il vate Sklansky non me ne voglia) ma perché andammo "fuori tema". Il testo era dedicato ai di cash game mentre noi cercavamo più informazioni su come giocare nei tornei. Riuscimmo comunque a trovare degli spunti interessanti, ma non era abbastanza.
Allora via verso i vari Harrington, Moshman, Miller e Snyder che hanno contribuito in maniera positiva ai nostri tornei on line e live.
Ne leggevamo uno a testa e dopo una precisa analisi ne discutevamo il giorno seguente di fronte ad un caffè (con immancabile sigaretta) o mentre si faticava in palestra. Consideravamo quei libri un investimento, poiché speravamo di assimilare le strategie esatte e di ricevere quel feedback, quel ritorno economico che i vari autori promettevano di farci avere.
E sono stati proprio il confronto diretto, le discussioni delle mani vinte o perse, che hanno permesso di capire meglio e di assimilare le strategie e gli errori, che mi hanno insegnato cosa fare e non fare in determinate situazioni, pensare qualche secondo in più invece di agire come un automa di fronte al PC (che rabbia quegli istant call...).
Incredibile pensare a quante ore abbiamo passato sotto casa a discutere delle mani giocate al torneo di questo o quel club in giro per Roma, la disperazione per le chiamate sbagliate o uno slow play andato male. Il supporto ci fortificava la mente.
I suoi consigli sull'essere meno tight m'innervosivano un po' ma in fondo aveva ragione, forse perché il suo essere troppo loose mi sembrava uno spreco, ma è stato adattando il mio gioco ai suoi consigli che sono riuscito ad uscire da situazioni in cui ero di fronte ad un baratro ( grazie ai sui consigli ed a quel pizzico di fortuna che non si rifiuta mai, è ovvio).
Avrei altri mille aneddoti sulla nostra amicizia pokeristica, ma ve li risparmio. Questo è quanto. Le mie due righe vogliono solo convincervi, se siete alle prime armi, di provare a condividere la passione con qualcuno; un qualcuno che può darvi una mano ad essere più razionali, che può farvi pensare quei cinque secondi in più prima di clikkare il tasto destro del mouse. Che in caso di tilt riesce a "sbollentare" la vostra rabbia.
Dai libri ho appreso tanto, ma la pazienza è essenziale in questo gioco. Qualcuno diceva che la pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce. Sembra così anche nel poker.
E Alessandro? Adesso si è un po' allontanato dal tavolo per concentrarsi nello studio universitario, ma continua a tenersi informato per maturare un gioco migliore.
Io, intanto, lo aspetto al varco...
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